PIETAS
Viaggio nella Teramo francescana medievale
CREDITS
una produzione:
Istituto Abruzzese di Storia Musicale
con il contributo di:
Fondazione TERCAS
in collaborazione con:
Ensemble Micrologus
Mala Punica
Si ringrazia per la gentile concessione delle immagini fotografiche:
– Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di L’Aquila e Teramo
– Collezionista privato (Firenze)
– Gino Di Paolo
Voce recitante:
Evelina Frisa
Realizzazione:
Pietro Costantini
Comitato scientifico:
Carla Ortolani
Cristiana Pasqualetti
Francesco Zimei
La vita quotidiana di seicento anni fa si nutriva di suggestioni estetiche le quali, sebbene ancora lontane dall’essere concettualizzate come espressioni artistiche, agivano profondamente sulla sensibilità degli uomini del tempo, sostanziando la loro partecipazione a momenti centrali del calendario come la devozione verso i misteri della fede. Oggi certe emozioni sono in buona parte supplite dal rapimento ‘laico’ nei confronti dell’opera d’arte, svuotata dei significati originari e celebrata in se stessa come prezioso involucro di uno spirito che ormai si fa sempre più fatica ad afferrare. A tutto ciò potrebbe tuttavia ovviare una mirata ricontestualizzazione delle singole testimonianze, restituite a una dimensione rituale che la performance musicale – come esperienza attiva e coinvolgente – ha senz’altro il potere di evocare. Di qui la nostra idea di combinare due importanti e misconosciuti reperti della Teramo tardomedievale prodotti nell’orbita francescana: la grande Dormitio Virginis dipinta su tavola alla fine del Trecento dal “Maestro di Beffi” – ormai identificato in Leonardo da Teramo – come antependium di una chiesa minoritica del territorio che potrebbe essere la stessa Sant’Antonio, e i canti della confraternita di disciplinati che si adunava nell’attiguo oratorio poi adibito a refettorio. Uno di questi, in particolare, si ricava dalla concordanza letteraria tra l’epigrafe indulgenziale a corredo del Cristo in pietà tra Maria vergine e san Francesco affrescato nella nicchia centrale e la lauda a due voci Adoro te Signore, trasmessa da un manoscritto dell’Osservanza vergato nell’area medioadriatica. Il nostro auspicio è che l’esperienza immersiva dentro queste immagini, accresciuta dai canti che i teramani del tempo praticavano nei relativi contesti, possa attivare nei visitatori quel transfert sinestetico sotteso alla comprensione profonda delle vere ragioni dell’Arte.